|||
12. Le colpe altrui
20
Deledda Grazia, Le colpe altrui
([1914])
A.R.C.73.I.12
Deledda Grazia, Le colpe altrui

Deledda Grazia, Le colpe altrui ([1914])

Unità

Tipologia: unità documentaria

Segnatura definitiva: A.R.C.73.I.12

c. 1r: titolo “Le colpe altrui”;
cc. 1r-192r: [parte I];
cc. 1r-24r: cap. I, “Para Zironi, l’ultimo fraticello rimasto fra le rovine del convento di Monte Nieddu”;
cc. 24r-46r: cap. II, “A mezzogiorno Andrea non era ancora arrivato. I servi mangiavano in cucina”;
cc. 47r-60r: cap. III, “Andrea arrivò l’indomani, con la corriera delle undici. Passato il paesetto”;
cc. 60r-80r: cap. IV, “Andrea la prese per il braccio e la condusse nell’orto. Sedettero all’ombra di un susino fiorito”;
cc. 81r-99r: cap. V, “Nello stazzo Zanche, come in tutte le case governate da serve, si viveva di pettegolezzi”;
cc. 100r-115r: cap. VI, “Giunto allo stazzo attraversò il corridoio illuminato dalla lampadina di Sant’Isidoro e spiò dall’uscio”;
cc. 116r-123r: cap. VII, “Sebbene fosse quasi scuro Vittoria si ostinava a cucire seduta sullo scalino della porta;
cc. 123r-141r: cap. VIII, “Frate Zironi zappava nel suo piccolo orto. Una pioggia violenta aveva nella notte”;
cc. 142r-166r: cap. IX, “Il giorno dopo verso il tramonto Mikali, mentre attraversava a cavallo lo stradone”;
cc. 166r-179r: cap. X, “Due giorni dopo, il sabato, Pancraziu salì al convento per dire a frate Zironi che zio”;
cc. 179r-192r: cap. XI, “Bakis Zanche visse ancora sette giorni. Le forze del suo corpo gigantesco lottavano per trattenere l’anima”;
cc. 193r-396r: parte II;
cc. 193r-202r: cap. I, “Nei primi tempi Mikali, eccitato dalla rabbia e dal dolore, pensava di emigrare in America”;
cc. 202r-218r: cap. II, “Solo al tempo della raccolta frate Zironi si fece rivedere allo stazzo”;
cc. 218r-235r: cap. III, “L’indomani ella annunziò alle serve che al calare del sole sarebbe andata da sua madre”;
cc. 236r-260r: cap. IV, “Marianna Zanche, tutta imbacuccata di nero, andava verso il paesetto”;
cc. 261r-274r: cap. V, “Ma presto i fidanzati fecero pace; e ogni tanto Mikali portava a Vittoria regali di valore”;
cc. 275r-296r: cap. VI, “Giorni sereni e lieti cominciarono allora per la casa Zanche. La domenica ultima di carnevale”;
cc. 296r-313r: cap. VII, “Tornando allo stazzo, l’indomani mattina, incontrarono il vecchio fattore”;
cc. 314r-336r: cap. IX, “Negli ultimi mesi di gravidanza Vittoria si sentì bene. Solo, qualche volta, aveva paura”;
cc. 336r-351r: cap. X, “Ma quella notte entrò. La luce della finestra illuminava la siepe, e attraverso la porta si vedevano i ragazzini raccolti attorno al focolare”;
cc. 351r-373r: cap. XI, “La prima volta che Vittoria uscì di casa, dopo il parto, fu per recarsi in chiesa”;
cc. 373r-379r: cap. XII, “Mikali aspettava il frate, seduto sul paracarri dello stradone. La sera cadeva tiepida”;
cc. 380r-396r: cap. XIII, “Il passo del frate lo svegliò. Sobbalzò, rabbrividì; gli pareva ancora di sognare, con quella figura nera davanti illuminata dalla luna al tramonto”.

Descrizione estrinseca:

Ms. autogr.; cc. 396 sciolte con num. rec. a matita 1-396 e num. orig. autogr. 1-382; mm 320×110.

Collegamenti:

  • http://digitale.bnc.roma.sbn.it/tecadigitale/manoscrittomoderno/A2963086/A2963086/1 [Versione digitale]

Fonti

  • Deledda1914 = Deledda Grazia, Le colpe altrui, Milano, Treves, 1914